DIETRO LE QUINTE DI UNA GRANDE VOCE- Grosseto Blues Night- di Francesca Sabatini
by on agosto 25, 2017 in Eventi Senza categoria

DONATELLA PELLEGRINI: DIETRO LE QUINTE DI UNA GRANDE VOCE

“Credo che queste cose si sentano da dentro. E’ come un senso d’inquietudine che c’è dalla nascita, che si può trasmettere con i suoni e non solo a parole. Ho cercato di capire con gli anni il perché di queste emozioni e credo che sia proprio uno stato dell’essere. Nasci con questa attitudine”. (D.P)

“Credo che queste cose si sentano da dentro. E’ come un senso d’inquietudine che c’è dalla nascita, che si può trasmettere con i suoni e non solo a parole. Ho cercato di capire con gli anni il perché di queste emozioni e credo che sia proprio uno stato dell’essere. Nasci con questa attitudine”.

Si racconta così, Donatella Pellegrini, voce solista blues, oltre che insegnante in numerose scuole di canto italiane. A pochi minuti dallo spettacolo live “Grosseto Blues Night”, organizzato da Rockland e Fondazione il Sole, svela la sua anima intima, dietro le quinte del palco della Cava di Roselle. 

Una passione innata, la tua, ma com’è stato il percorso per raggiungere certi livelli?
“Non è stato un cammino facile, per me-racconta-. C’era molta paura, in casa mia, nei confronti del successo. Per questo, non avevo una direzione chiara, ma sentivo. Ho sempre cantato, da sola, ero una ragazzina. Ho fatto la guerra per poter andare a incontro al mio sogno e scrivevo canzoni che tenevo per me, vergognandomene.

Il motivo?
“Erano canzoni intime. Ero gelosa della mia intimità. Quando ti nascondi, hai paura che quello che dici non sia abbastanza importante per chi ti ascolta e, forse, paradossalmente, è in quei momenti che hai più bisogno di essere ascoltata. Il cammino è stato tortuoso, evidentemente in me c’era un motore acceso. Ci sono stati tanti condizionamenti esterni, familiari. Quando non cresci che sei sostenuto in quello che fai, vai avanti, ma sei allo sbaraglio. Questo mi ha portato in passato ad allontanarmi dallo scrivere pezzi miei, come facevo da piccola, cosa che poi ho ripreso da adulta, con questi ultimi album… meglio tardi che mai!”

Tra tutti i generi, perché hai scelto il blues?
“Quello che ho scoperto del blues è  che la sua nota mi appartiene da sempre, una chiave di volta che mi è sempre appartenuta. Negli anni, mi sono arricchita di tante cose, ho la fortuna di avere un’attitudine musicale forte, con un’anima blues. Mi piace molto l’aspetto intimo delle canzoni”.

Un titolo?
Misero, che ha come tema la spiritualità”.

E a proposito della tua sensibilità, come sei riuscita a renderla alleata?
“Per una persona sensibile  è difficile tirare fuori se stessa. Ho dei diari, scritti nei periodi in cui preparavo i miei album e scrivo poesie, come se avessi 15 anni. Questa è anche la bellezza della musica: Ci si arricchisce di tante cose ma si resta bambini. Non ho mai abbandonato la bambina che è in me”.

Che ruolo ha, per te, la musica emozionalmente?
“Mi deve far stare bene e far stare bene gli altri.  Nella situazione ideale, quando canto, stacco la mente e mi sento nel posto giusto di me, dove pochi (o molti, se c’è un pubblico che non si ferma all’estetica) possano mettere piede. La musica  è vita, siamo immersi nella vibrazione e che, come me, ha la possibilità di esprimersi attraverso la voce,  è fortunato”

Quindi non solo estetica. 
“L’estetica da sola non basta. Il mio percorso di canto è stato soprattutto un viaggio interiore, un cammino tra me e il mondo esterno, tra il mondo esterno e me”.

Ci sono stati momenti bui?
“Li ho spesso subiti, per molto tempo, senza sapere come fare. Ho avuto difficoltà ad esprimermi, nel tempo. Ho lavorato su  me stessa ed è quel cammino che ha fatto uscire la vera me. Anche imparare ad esprimermi senza vergogna, nella mia lingua, è stato un traguardo importante: arrivare a dire quello che provavo, per me, è stato un grande lavoro di coraggio”.

E come hai fatto ad uscirne?
“Questo momento buio l’ho visualizzato come una enorme palla nera che mi stava sopra e dalla  quale non sapevo difendermi. A un certo punto, ho smesso di difendermi e ho cominciato a trasformarla in arte. Ho seguito tanti percorsi spirituali, sono ricercatrice di cose nascoste, esoteriche. Ho letto la Bibbia, fatto ricerche sull’energia, che la musica trasmette. Siamo fatti di energia, siamo tanti corpi, non sempre allineati con i pensieri. Tante volte, la musica aiuta a riallineare i nostri corpi, mettendo sulla stessa linea anima, e pensieri. Ci credo”.

 

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